L’adolescenza è una fase dello sviluppo piena di cambiamenti dal punto di vista fisico, intellettuale, affettivo e socio-relazionale che, in questo articolo, mi piace paragonare all’uscita dal bozzolo da parte di un bruco che si è già trasformato in farfalla.

Perché parliamo di crisi in adolescenza?

Ha senso considerare questa fase dello sviluppo come un periodo segnato solo ed esclusivamente da crisi, difficoltà e pericoli?

In parte si, l’adolescenza è un periodo critico dello sviluppo di una persona, nel senso che comporta la radicale trasformazione fisica e psicologica del ragazzo(a) che da fanciullo(a) diventa uomo/donna. Nel giro di pochi anni, anche mesi, assistiamo ad una vera e propria metamorfosi fisica, che trascina con se la necessità di un cambiamento anche dal punto di vista psicologico, che richiede una trasformazione anche delle abitudini emotive e delle capacità di relazionarsi al mondo degli adulti e dei coetanei. accade dunque, che tutto ciò che fino a quel momento un ragazzo ha utilizzato per vivere la proprio quotidianità adesso non è più sufficiente o non è più adeguato ad inserirsi in modo efficace nel mondo dei coetanei e dei nuovi adulti.

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Tale passaggio dal mondo dell’infanzia, in cui una bambino veniva visto e percepito in un modo, a quello dell’età adulta, in cui la persona comincia ad essere considerata adulta appunto, implica una serie di cambiamenti che non sempre l’adolescente è in grado di effettuare, sia perché non è ancora pronto, sia perché non è in grado di compiere questo passaggio nel mondo degli adulti.

Ciò che rende complicato questo passaggio non è il cambio di identità in sè, cioè la trasformazione da bruco a farfalla (ammesso che tutti i bruchi diventino farfalle) che è probabilmente già avvenuto internamente cioè nel caldo del bozzolo familiare in genere, ma la fatica che ci vuole per intraprendere questo transito da uno stato ad un altro della proprio esistenza. Cioè il fatto che il ragazzo e la ragazza debbano in qualche modo impegnarsi affinché il transito da uno status ad un altro abbia per loro buon esito.

L’adolescenza diventa in questo senso una fase critica della vita, se e quando un ragazzo non ha interiorizzato a sufficienza un immagine positiva di sé, cioè l’immagine di una persona in grado di costruire la propria vita, seppur con le dovute perplessità e dubbi, che anche gli adulti continuano ad avere, utilizzando consapevolmente sia i limiti che le risorse che lo caratterizzano.

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A mio avviso, sebbene le cause della crisi adolescenziale possono essere molteplici, sappiamo che quando un bambino non ha consolidato una sana e realistica fiducia nelle proprie capacità umane, le conseguenze si manifestano come incapacità a progredire nell’evoluzione della sua persona.

In tal senso, è frequente che i sintomi del disagio di molti adolescenti ci manifestino come:

  • Incapacità a stabilire e mantenere relazioni affettive “mature”, cioè in cui coesiste la reciprocità dei sentimenti, ma anche la frustrazione ed il desiderio
  • Senso di inadeguatezza connesso alla sessualità ed al proprio corpo
  • Difficoltà ad impegnarsi impegnarsi in compiti sempre più complessi e faticosi, ma anche più gratificanti, ad esempio in ambito scolastico o lavorativo
  • Desiderio e rischio di sperimentare nuovi comportamenti connessi all’uso di sostanze stupefacenti
  • Difficoltà a vivere e sperimentare i primi limiti “imposti” dalla vita di relazione sociale

L’elenco dei sintomi del disagio adolescenziale, può continuare ed è variabile se consideriamo che ogni malessere psicologico si iscrive nella storia personale di ciascun ragazzo/a. Tuttavia, indipendentemente dalle cause, le conseguenze sul piano emotivo, della crisi adolescenziale cronica, sono identificabili nell’insorgenza di:

  • Sintomi Depressivi
  • Disturbi d’ansia specifica e generalizzata
  • Isolamento sociale
  • Chiusura relazionale, cioè paura dei rapporti che implicano coinvolgimento emotivo
  • Interruzione o perdita di anni scolastici
  • Uso ed abuso di sostanze stupefacenti
  • Dipendenza da social network
  • Alterazione del comportamento alimentare e della sfera affettiva

L’“empasse” psicologico che compare in adolescenza, rischia inoltre di auto-alimentare nei ragazzi la sfiducia in se stessi, la rinuncia all’impegno formativo e l’acuirsi del disagio personale.

  •  Cosa fare dunque quando le difficoltà affettive dievntano croniche ed influenzano negativamente la vita affettiva, scolastica, lavorativa di un adolescente?

 

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Quando un adolescente, nonostante lo sforzo dei genitori e degli adulti di riferimento, appare disorientato, confuso e privo della capacità di guidare se stesso verso il suo naturale sviluppo, occorre fornire uno specifico supporto di orientamento che permetta di individuare le cause del disagio e “reinvestire” nel mondo della formazione e della crescita personale.

Il counseling psicologico, la psicoterapia individuale o quella familiare, permette a seconda dei casi e delle circostanze di:

  • Valutare le cause del disagio
  • Identificare i limiti ed i punti di forza ambientali e personali
  • Definire nuovi obbiettivi personali
  • Trovare il supporto psicologico necessario per superare le difficoltà emotive che impediscono di proseguire nel proprio percorso di crescita personale
  • Permettere di creare migliorare la percezione interiore di sé

E ovviamente, non occorre che tutti i bruchi diventino farfalle….

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