Il mental training permette di allenare molte abilità mentali e psicofisiche in vista delle competizioni sportive.

Fra queste il self talk è una delle più importanti componenti psicologiche che un atleta deve allenare per migliorare le prestazioni agonistiche. Infatti, poiché il self talk è il dialogo interno ovvero il modo in cui un atleta parla a se stesso, esso è in grado di dirigere le azioni dello sportivo in una direzione o nel suo opposto.

Se un atleta vuole ottenere dei buoni risultati deve avere un modo di pensare positivo.

Con un esempio, un atleta che durante una gara comincia ad avere pensieri negativi del tipo “sono stanco non arriverò alla fine della gara” rischia di alimentare la così detta “profezia che si autodetermina”. Cioè si metterà mentalmente e fisicamente nelle condizioni di perdere il ritmo e le strategie adeguate a quella competizione. E viceversa un atleta abituato a sostenersi attraverso un dialogo interno positivo come ad esempio “l’avversario è forte ma ho le risorse per poterlo affrontare”, si metterà nelle condizioni psicologiche di gestire la gara nel migliore dei modi possibili.

Sebbene il self talk sia un dialogo interno, esso esprima l’autostima, il senso di efficacia e l’umore dell’atleta in un dato momento della gara, esso non è facilmente modificabile poiché dipende anche dal bagaglio di esperienze pregresse dello sportivo. Ma proprio per questo è importante che l’atleta impari a governare i suoi pensieri affinché questi non diventino i suoi avversari “interni” durante le competizioni.

concentrazione

Come fare per allenare il self talk in modo ottimale?

La prima cosa da fare, è imparare a riconoscere i propri pensieri, sia positivi che negativi. Cioè attraverso il mental training personalizzato l’atleta impara a dialogare con se stesso cioè ad ascoltare la propria voce interna e a riconoscere senza criticarsi la qualità dei suoi pensieri.

La fase successiva di allenamento mentale volta al miglioramento del self talk è la fase dell’accettazione. Cioè anche quando i pensieri sono negativi e distruttivi durante la varie fasi di gara, è importante che l’atleta li accetti per come sono senza criticarsi ulteriormente.

Fatto questo si entra nella terza fase e cioè quella della trasformazione dei pensieri negativi in affermazioni e convinzioni positive verso se stessi e la propira performance. Solo dopo avere riconosciuto ed accettato i pensieri negativi è possibile modificarli ed infine utilizzarli a proprio favore durante le gare.

Ascoltare il proprio dialogo interno vuol dire avere consapevolezza di sé, dei pensieri e del modo in cui essi influenzano le nostre azioni e le nostre scelte. La pratica costante del mental training poiché alimenta la consapevolezza dello sportivo, permette all’atleta ed al gruppo, di uscire dagli automatismi negativi che si innescano durante le gare e modificare in modo spontaneo e costruttivo le strategie di gara nei momenti di competizione e difficoltà, rendendole efficaci al fine del risultato finale.

Attraverso questi passaggi

  • Riconoscere la qualità dei pensieri dell’atleta
  • Individuare le cause che determinano l’insorgenza dei pensieri negativi
  • Modificare i pensieri negativi e trasformarli in pensieri propositivi e “vincenti”

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Il mental training permette all’atleta di modificare il proprio modo di pensare e raggiungere i propri obbiettivi.