Il mental training come metodo di allenamento mentale è finalizzato al miglioramento delle abilità mentali che determinano la qualità della prestazione sportiva:

  • capacità di attenzione e concentrazione
  • capacità di riconoscere e gestire l’ansia e lo stress
  • capacità di governare le proprie energie mentali e fisiche (arousal)
  • capacità di riconoscere ed annullare i fattori di distrazione, come stimoli ambientali e pensieri negativi
  • capacità di sviluppare pensieri negativi in situazione di competizione e stress
  • capacità di sviluppare il senso di autoefficacia e l’autostima
  • capacità di fissare e raggiungere i propri obbiettivi

 

Un’atleta psicologicamente allenato è un atleta potenzialmente vincente sul piano fisico, tattico e tecnico.

Ma è sufficiente allenare le singole abilità sopra descritte per realizzare una buona prestazione agonistica? ovvero, cosa rende efficace la preparazione mentale dell’atleta?

Affinché l’atleta possa utilizzare al meglio queste abilità mentali dopo averle debitamente allenate, occorre che utilizzi un’altra caratteristica psicologica. Mi riferisco in particolare all’empatia cioè a quella capacità mentale di immedesimarsi, comprendere ed attribuire significato al mondo esterno.

L’empatia è una forma di intelligenza emotiva fondamentale in ambito sportivo, come nella vita, poiché permette alla persona di sintonizzarsi con la realtà e modificare il proprio comportamento in funzione delle caratteristiche ambientali che lo circondano, utilizzando in modo creativo ed efficace le proprie risorse psicofisiche.

Questa abilità mentale intesa anche come capacità di comprendere la realtà non solo dal punto di vista emotivo, ma in senso ampio e globale, come capacità di comprendere le caratteristiche del mondo in cui viviamo, è dunque indispensabile per la realizzare una buona prestazione sportiva e raggiungere i propri obbiettivi.

Infatti, un’atleta consapevole delle caratteristiche e dei cambiamenti ambientali è anche in grado di utilizzare le sue risorse psicofisiche per modificare il proprio stile  o il ritmo di gioco per utilizzare le strategie di gara più adeguate al variare delle caratteristiche dell’ambiente stesso e degli avversari con cui compete.

Dunque, l’empatia come capacità di sintonizzarsi con il mondo esterno permette all’atleta di “capire cosa è meglio fare” istante dopo istante, per raggiungere gli obbiettivi.

Al contrario l’atleta che non si pone in “ascolto” delle caratteristiche situazionali del mondo esterno, agisce come un automa che utilizza le proprie abilità in modo meccanico ovvero standardizzato e per questo poco funzionale ai cambiamenti necessari da realizzare per raggiungere gli obbiettivi prefissati.

Con un esempio, se un maratoneta che dopo essersi allenato a basse temperature, si trova a competere in una giornata afosa, rimane “cieco” di fronte al cambiamento ambientale, cioè si ostina ad utilizzare il proprio stile di gara abituale (che è ad esempio può essere fondato sulla velocità più che sulla resistenza ed il risparmio di energie) e non modifica la propria azione in funzione delle variazioni di temperatura e degli avversari che si trova davanti, rischia di vanificare le proprie fatiche a causa della sua rigidità comportamentale.

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Al contrario, se lo stesso atleta si pone empaticamente con il mondo esterno cioè riesce a sintonizzarsi con le variazioni ambientali che il contesto impone, sarà anche in grado di modificare il proprio ritmo di corsa facendo leva su altri punti di forza, come ad esempio la resilienza ed il risparmio di energie. In questo modo, potrà ottimizzare l’uso delle proprie potenzialità e realizzare una buona performance agonistica.

L’empatia è, dunque, quella forma di intelligenza emotiva che permette all’atleta, di “usare” in modo creativo e costruttivo le abilità mentali e fisiche precedentemente allenate attraverso il mental training.

Anche l’empatia come le altre abilità mentali va esercitata ovvero sviluppata attraverso specifici training mentali finalizzati a sviluppare la sensibilità sensoriale e la capacità di sintonizzarsi con il mondo esterno.

L’allenamento mentale mira così a implementare l’uso integrato e sincronico di tutte le componenti psicofisiche impiegate per la realizzazione del gesto atletico ottimale.