1) Si parla sempre delle mamme, ma come influisce la figura paterna nella crescita del bambino?

La figura del papà è fondamentale per lo sviluppo e la crescita della personalità del bambino.
Il padre, come figura di riferimento complementare a quella materna, accompagna il bambino verso le relazioni con il sociale, trasmettendo sentimenti di sicurezza probabilmente differenti ma altretanto utili da quelli trasmessi dalla madre. Questo è vero per le prime fasi dello sviluppo ma la funzione paterna aumenta di significato a mano a mano che il bambino cresce. Pensiamo ad esempio a ruolo centrale svolto dal padre nella fase adolescenziale, periodo in cui i ragazzi hanno bisogno di un riferimento, un modello da imitare e allo stesso tempo da cui distanziarsi.
Il padre rappresenta sia al livello simbolico che a livello pratico un punto di riferimento valoriale imprescindibile per il bambino che si affaccia al mondo.

2) I ruoli maschile e femminile sono ben definiti, o possono essere intercambiabili?

A mio avviso le differenze di genere non solo vanno riconosciute, ma vanno riconosciute e mantenute. La diversità è una risorsa formidabile e pertanto rispettata.
Oggi assistiamo ad un fenomeno sociale che è quello dei “mammi”, i padri che tendono a sostituirsi in tutto, o quasi, alle madri. Credo che per quanto sia importante una certa flessibilità di ruoli fra genitori, tanto più che oggi i ritmi di lavoro lo impongono, sia fondamentale mantenere chiara la distinzione di ruolo, affinchè il senso di Sè interiore sia nutrito nel modo più sano possibile.
La funzione materna e quella paterna devono rimanere compolementari.

3) Com’è cambiata la figura del papà rispetto a 30 anni fa? E nell’ultimo decennio

La figura paterna ha perso di autorevolezza nei confronti dei figli. Negli ultimi 30 la figura paterna, ha perso di autorevolezza. Probabilmente sulla scia di movimenti culturali che bandivano l’autorità o che esaltavano il femminile, come genere in grado di vivere la maternità in modo autonomo, la figura paterna è stata per certi versi ridimensionata al punto da perdere come dicevo la necessaria autorevolezza nei confronti delle figure filiali. Quello che sembra un progresso, dal punto di vista dei diritti civili per quel che riguarda la parità fra generi, rappresenta a mio avviso oggi, un’involuzione a livello relazionale.
La figura paterna è indispensabile tanto quanto le altre figure relazionali presenti in un nucleo familiare e sociale, a trasmettere valori come concretezza, senso etico, morale ed altro ancora.

4) Un papà moderno: cosa salvaguardare e cosa eliminare rispetto al papà di una volta?

In medio stat virtus.
I padri moderni hanno acquisito maggiore capacità di gestire le emozioni, più flessibilità nel ruolo di accudimento nelle fasi precoci dello sviluppo di un bambino, al punto che spesso si sostituiscono alle madri nelle funzioni di accudimento precoce. Tuttavia, credo che sia indispensabile mantenere il ruolo di guida certa e sicura che un bambino ed un adolescente cercano per consolidare un forte senso di sè.
L’autorità come approccio relazionale che non fornisce ascolto e spazio ai bisogni dei bambino, è a mio avviso elemento da rivedere.

5) Tre consigli imprescindibili per un neo papà

1) Ascoltare sempre e comunque i propri figli. è importante che un bambino o un adolescente si senta ascoltato, accolto e capito. Solo dopo avere stabilito un buon rapporto un figlio si fiderà di voi e svilupperà fiducia in se stesso.
2) Ponete delle regole, flessibili se volete, ma ponetele. Una regola pone confini e fornisce punti di riferimento per il bambino. Confondere l’indulgenza con la mancanza di regole è un grosso errore. Porre dei confini, sarà molto utile per differenziarsi e strutturare la propria personalità. Una vita senza regole crea bambini deboli e privi di punti di riferimento.
3) Tenete viva la relazione con i vostri figli. Giocate, parlate, svolgete attività che interessino entrambi affinchè vostro figlio si nutra di buone emozioni ed esperienze indimenticabili.
Dario Grigoli