Alcune ricerche hanno messo in evidenza gli stereotipi ed i pregiudizi che ci impediscono di chiedere l’aiuto ad uno psicologo e superare il disagio emotivo.

Ecco le principali false ragioni che ci bloccano di fronte alla necessità di chiedere aiuto psicologico::

  1.   “Se chiedo aiuto ad uno psicologo vuol dire che sono pazzo”.

Il più grave dei pregiudizi, anche se in realtà, rivolgersi ad un professionista della salute mentale non vuol dire essere matti.  Il disagio psicologico, non è una scelta o qualcosa di cui vergognarsi, semmai è una condizione di sofferenza dal quale dobbiamo cercare di venire fuori e lo psicologo è un professionista che in questo ci aiuta.

2.  “Chiedere aiuto è per i deboli”

Anche in questo caso siamo di fronte ad un falso luogo comune. Non è affatto vero che sono solo le persone deboli a vivere nel disagio emotivo, ma è anzi vero il contrario e cioè che anche le persone più tenaci e “forti, possono cadere nella spirale della depressione, dell’ansia e del disagio emotivo o relazionale.

ansia

3. “Sarà un momento passeggero e poi tutto tornerà a posto da solo”.

Uno dei pregiudizi più diffusi che alimenta il rifiuto di chiedere l’aiuto di uno psicologo, nasce dall’idea che il disturbo emotivo come ad esempio il raffreddore, passi spontaneamente.

Tutto passa, certo. Ma solo, se facciamo qualcosa affinchè ciò avvenga.

Per uscire dal disagio emotivo, occorrono una certa intenzione pe venirne fuori e specifiche azioni di cura.

4. “Anche se sto male, non ho bisogno di aiuto”

Altro falso mito che a lungo termine, alimenta il sentimento di inadeguatezza e la sofferenza emotiva. L’idea che, posso fare tutto da solo è una delle false convinzioni che maggiormente ci mette nelle condizioni di evitare la ricerca di aiuto.

Ma, non sarà forse proprio l’ostinazione a cercare di risolvere i nostri problemi da soli a farci ammalare?

5. “Mi rendo sempre conto di quando sto male e me la cavo da solo”.

Il disagio emotivo non compare mai in modo netto e chiaro. Al contrario si manifesta spesso confuso e poco riconoscibile. Quelli che sembrano sintomi insignificanti, diventano nel tempo veri e propri aspetti di malattia e disagio.

 

591_foto_530

 

Se questi sono i principali pregiudizi, che ci impediscono di chiedere l’aiuto esterno di uno psicologo, ecco adesso i principali motivi che ci permettono di capire quando e perché ricercare il sostegno di uno psicologo ed iniziare a migliorare la nostra vita affettiva.

L’aiuto di uno psicologo, è indispensabile quando

  1. Il nostro modo di agire abituale non è più sufficiente per superare un momento di difficoltà emotiva. Quando, dunque, abbiamo provato a fare il possibile per superare una difficoltà o un problema e tutto ciò non serve più a stare bene, quello è uno dei momenti per chiedere l’aiuto esterno di un esperto.
  2. Le nostre reti relazionali naturali, nucleo familiare o rete di amici, sono la causa del nostro malessere o non sono più sufficienti a fornire il sostengo necessario per superare il momento di difficoltà emotiva.
  3. Le cause del nostro malessere non sono esterne, ma interne, cioè dipendono dal modo in cui percepiamo noi stessi e la realtà esterna. Quando dunque attorno a noi tutto sembra funzionare bene e le cause del disagio partono dal nostro mondo di percepire la realtà, quello è uno dei momenti per chiedere il supporto di uno psicologo.

Questi tre motivi ci permettono di capire quando e perché chiedere l’aiuto di uno psicologo, il quale a sua volta, possiede gli strumenti adeguati per:

a)    Comprendere le cause del malessere emotivo

b)    Attenuare i sintomi del disagio psicofisico

c)     Ridimensionare il problema

d)    Modificare la nostra percezione interna

  • e)    Trovare le possibili soluzioni

f)      Migliorare la qualità delle nostre emozioni e delle nostre relazioni

Il primo importante passo è dunque quello di superare i pregiudizi negativi che ci impediscono di chiedere aiuto per riconoscere il malessere e cercare di affrontarlo con gli strumenti adeguati. il rischio inverso è quello di

a) vivere nel disagio

b) rendere cronico il disturbo affettivo

c) incorrere in malattie anche organiche